Sotto i sigilli alcune aree del “Sansificio Oleario De Santis spa”. Accertamenti per verificare la conformità alle prescrizioni in materia circa lo smaltimento della sansa.
In molti avevano già denunciato le esalazioni a conclusione della scorsa stagione olearia, e, a quanto pare, a ben poco sarebbero valse alcune prescrizioni già imposte dalla Polizia Municipale. E così, col ripetersi ed il perdurare del fenomeno, è scattato il sequestro.
Sotto i sigilli sono finite alcune aree del “Sansificio Oleario De Santis spa” sito sulla provinciale Barletta-Andria. In pratica la parte dell’azienda dove si accumula la sansa che numerosi agricoltori e oleifici della zona riversano per lo smaltimento.
Un’attività normalmente autorizzata dalla Regione con un’apposita autorizzazione del 29 Ottobre 1996, rilasciata al Sansificio De Santis ed altri operatori del settore con la previsione di apposite prescrizioni a tutela dell’ambiente.
Ma ultimamente nello stabilimento di Barletta lo smaltimento della sansa non sarebbe avvenuto conformemente alle prescrizioni in materia, ed in particolar modo a quelle sancite dalla legge regionale n. 7 del 22 Gennaio 1999.
E così, a seguito dell’attività investigativa degli agenti della Polizia Municipale di Barletta, coordinati dal comandante Savino Filannino, il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Antonio Savasta ha sottoposto a sequestro probatorio le aree dello stabilimento barlettano destinate al deposito della sansa, poi oggetto di lavorazione e smaltimento.
Ora il sito e la sansa saranno sottoposti ad accertamenti per verificare i sospetti secondo cui gli odori nauseabondi, sentiti che nel centro di Barletta anche ad Andria e Trani, sarebbero riconducibili all’attività dello stabilimento, difforme dalle modalità previste dalla normativa in materia.
A tal fine il Pubblico Ministero ha nominato l’Ing. Onofrio Laricchiuta per redigere un’apposita consulenza.
Secondo l’accusa, il “Sansificio De Santis” avrebbe smaltito la sansa ben oltre gli 8 giorni previsti come termine massimo. Sarebbe stato proprio ciò, congiuntamente ai grossi quantitativi depositati nelle aeree in attesa di smaltimento, ad originare le sgradevoli ed intolleranti immissioni.
Il 4 Dicembre scorso, a seguito delle denunce successive all’ultima campagna olearia, al sansificio erano state imposti precisi obblighi, che, però, secondo l’accusa, ben presto sarebbero stati elusi.
Nel registro degli indagati è stato iscritto il legale rappresentante del sansificio con l’accusa di “getto pericoloso di cose” e violazione del DPR 203/1988.
Ora, col sequestro di parte dello stabilimento, se da un lato si preclude l’immissione di odori sgradevoli nell’atmosfera, di cui si sospetta la nocività, dall’altro si pone un problema per quanti hanno ancora la necessità ed il dovere di smaltire la sansa dell’ultimo raccolto di olive.
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